Yoko Ono: la donna che (forse) sciolse i Beatles
Non si può parlare di John Lennon senza parlare di Yoko Ono.
Yoko, che la scorsa settimana ha compiuto ben 87 anni, è una delle figure femminili più discusse della storia della musica e non solo. Capire una donna come lei, imperturbabile e impenetrabile, è davvero complicato. Di lei si è detto forse anche troppo: la rovina di John Lennon, la fine dei Beatles, un’artista mediocre e una compagna alienante… ma chi era davvero Yoko?
L’INFANZIA IN GIAPPONE, LA GUERRA E IL CONTRASTO CON I GENITORI
Yoko è nata a Tokyo nel 1933 in una famiglia estremamente privilegiata. Il padre, Eisuke Ono, era membro di una delle più importanti famiglie di banchieri del paese mentre la madre, Isoko, era una pianista classica. Yoko e i fratelli minori, Setsuko e Keisuke, ricevettero un’educazione costosa e ricercata fino all’entrata in guerra del Giappone.
I bombardamenti di Tokyo, infatti, costringono l’intera famiglia a nascondersi nelle campagne, dove attraverseranno un lungo e difficile periodo di stenti. Sarà questo tragico periodo della sua vita che porterà Yoko a comporre insieme a John Lennon la canzone Mulberry, un brano di Unfinished Music No. 2: Life with the Lions (inedito fino alla riedizione del 1997).
During the war I was evacuated to the country and I used to go and get Mulberries from the Mulberry bush so that I could feed my younger brother and sister and myself.
Mulberry – Yoko Ono e John Lennon
Yoko racconta di come sgattaiolasse alla ricerca di cibo, spaventata perché i contadini del luogo le avevano raccontato che i campi lì attorno erano infestati dai fantasmi. Ricorda le bacche di gelso che danno il titolo alla canzone, che raccoglieva per sé e per i fratelli più piccoli, e la difficoltà in integrarsi in una società tanto diversa da quello a cui era abituata.
Dopo la guerra la famiglia Ono abbandonò il Giappone e si trasferì a New York, dove presto iniziarono a scatenarsi i primi conflitti fra Yoko e il padre. La ragazza, infatti, desiderava intraprendere la carriera di pianista, ma il padre, che la voleva nella finanza, la ostacolò per anni, arrivando addirittura a misurarle le dita per sostenere la tesi che fossero troppo corte per suonare. Fu solo al culmine del conflitto che il padre le suggerì il canto, una carriera che riteneva più adatta a una giovane giapponese di buona famiglia. Anni dopo e nonostante la frustrazione, Yoko Ono avrebbe ammesso con gratitudine che suo padre, nonostante tutto, era molto più progressista della maggior parte degli uomini giapponesi.
La famiglia Ono a New York agli inizi degli anni Cinquanta | src
L’INCONTRO CON JOHN LENNON E IL RAPPORTO CON I BEATLES
Quando Yoko incontrò John, i Beatles erano all’apice del loro successo e della loro maturità artistica. Lei era un’artista d’avanguardia di Fluxus, un’associazione estremamente creativa di artisti, e nel corso degli anni precedenti si era già esibita in performance concettuali e provocatorie. La più famosa, probabilmente, fu Cut Piece, durante la quale Yoko rimase seduta e invitò il pubblico a tagliarle i vestiti con un paio di forbici fino a farla restare nuda.
John incontrò Yoko proprio durante una sua mostra interattiva all’Indica Gallery di Londra e rimase affascinato dall’ironia delle sue opere. Una di queste consisteva in un muro, nel quale i visitatori avrebbero potuto piantare un chiodo con un martello: quando John visitò la galleria, però, l’esposizione non era ancora aperta al pubblico. Il frontman dei Beatles insistette per piantare un chiodo e, dopo un’accesa lite con il proprietario della galleria, Yoko gli concesse di farlo al costo di 5 scellini.
Nessun colpo di fulmine.
I due iniziarono a frequentarsi solo diverso tempo dopo e nel 1969, dopo il divorzio dalla prima moglie, Cynthia, John sposò Yoko.
Anche Yoko era già stata sposata in passato: aveva sposato il compositore Toshi Ichiyanagi nel 1956 e, dopo il divorzio nel 1962, aveva sposato un jazzista, Anthony Cox, da cui ebbe una figlia, Kyoko. Il matrimonio con Anthony Cox, dal quale divorziò e si risposò per due volte, è noto alle cronache per un motivo molto drammatico che ha lasciato un segno indelebile nella donna e, forse, ha contribuito all’indurimento del suo carattere. Nel 1971 Cox, che non aveva ottenuto la custodia della figlia, decise di rapirla: Yoko l’avrebbe ritrovata solo nel 1998, ben 27 anni dopo.
Yoko e John in luna di miele ad Amsterdam nel 1969: i due organizzarono una protesta contro la guerra del Vietnam, restando in un letto dell’Hilton Hotel per due settimane. | src
Tutt’oggi Yoko viene accusata di essere la causa della rottura dei Beatles, sebbene in quegli anni i membri del gruppo si stessero già muovendo in direzioni diverse, musicalmente e privatamente.
Durante la registrazione in studio del White Album, John invitava spesso Yoko a unirsi a loro. Era qualcosa di molto insolito per il gruppo, che non aveva mai permesso la presenza di estranei: Yoko, alla quale presto John iniziò a domandare suggerimenti e consigli, esprimeva la propria opinione sul lavoro del gruppo senza lesinare critiche agli altre membri. Fu l’inizio di un profondo dissapore fra lei e gli altri Beatles, che non presero affatto bene il suo coinvolgimento.
Sempre più in discordia fra di loro, i Beatles tentarono un “ritorno alle origini” con la registrazione di un album più spontaneo. Durante le registrazioni, tuttavia, non era insolito vederli litigare l’uno con l’altro. Ormai a un passo dallo scioglimento, i Beatles si concessero quello che sarebbe diventato l’ultimo concerto dei quattro: era il 30 gennaio 1969 quando il gruppo si esibì un’ultima volta sul tetto della Apple Corps, il loro “quartier generale” a Londra.
Let It Be, l’album magistrale ottenuto nonostante i litigi e i diverbi, fu il loro canto del cigno.
Negli anni successivi i quattro si rividero solo raramente, ma Yoko continuò a essere motivo di scontro: nel 1971 George Harrison organizzò il The Concert for Bangladesh, ma John Lennon rifiutò di partecipare, in quanto non si voleva la presenza della moglie.
LA MUSICA DI JOHN E YOKO
Il primo album della coppia è Unfinished Music No. 1 – Two Virgins, che i due composero in una sola notte nel maggio del 1968, prima ancora del divorzio fra John e Cynthia. L’album generò naturalmente un certo scalpore ma, molto più delle scelte musicali, ciò che sconvolse l’opinione pubblica fu la copertina, che ritraeva i due artisti completamente nudi. Per evitare che non venisse distribuito, John e Yoko acconsentirono che venisse ricoperto da un involucro marrone che lasciava scoperto solo i loro volti e il titolo.
La copertina “censurata” del primo album di John Lennon e Yoko Ono – Clicca qui per la versione integrale
Gli album della coppia vennero pubblicati in seguito con il nome Plastic Ono Band, una band composta da John Lennon, Yoko Ono e artisti che si scambiavano di volta in volta. In Live Peace in Toronto 1969, ad esempio, troviamo Eric Clapton alla chitarra, Klaus Voorman al basso e Alan White alla batteria.
Come per la carriera artistica, anche il lavoro musicale di Yoko non ha mai ricevuto particolari apprezzamenti nella critica. Il suo primo album da solista, Yoko Ono/Plastic Ono Band (versione alternativa del ben più noto e apprezzato John Lennon/Plastic Ono Band) sollevò qualche parere interessante con il brano Why, in cui Yoko urla la parola “why”, perché, per 5 minuti, in una profonda sperimentazione del primal scream. Nonostante ciò, l’album si classificò solo al 183° posto nelle classifiche statunitensi.
LA MORTE DI LENNON
La notte dell’8 dicembre del 1980, mentre rincasava insieme a Yoko da una seduta di registrazione per Walking on Thin Ice, John Lennon venne colpito da cinque proiettili sparati alle spalle da Mark David Chapman, un fan squilibrato. Sarebbe morto alle 23:15 al St. Luke’s-Roosevelt Hospital Center di New York.
Dopo la morte del marito, Yoko decise di pubblicare la canzone sulla quale stavano lavorando insieme: Walking on Thin Ice diventò il primo successo dell’artista e raggiunse la 58° posizione nelle classifiche. Nell’album Season of Glass del 1981, Yoko sceglie una copertina che sollevò molte critiche: l’immagine, infatti, ritraeva gli occhiali di John Lennon insanguinati.
A quelle critiche, tuttavia, Yoko Ono rispose di averla scelta proprio per la sua connotazione fortemente provocatoria. Il tuo intento era quello di ricordare alle persone che John Lennon non era semplicemente morto, ma era stato assassinato.
La discussa copertina di Season of Glass di Yoko Ono (1981)
Nonostante le maldicenze dell’epoca, la carriera musicale di Yoko non terminò con la morte di John Lennon. Alcuni dei suoi album degli anni Ottanta riscossero un buon successo nella critica e Hell in Paradise, dall’album Starpeace del 1985, raggiunse la 16° posizione nelle classifiche. Nel 1995 è uscito Rising, l’album in collaborazione con il figlio Sean, probabilmente uno dei migliori lavori di Yoko.
È innegabile che Yoko Ono abbia rappresentato un forte punto di rottura non solo tra i Beatles, ma anche con la concezione classica del rapporto uomo-donna. Insieme a John Lennon, sono riusciti a trasmettere al mondo un’immagine di coppia progressista e profonda: basti pensare, ad esempio, al fatto che John Lennon cambiò legalmente il suo nome in John Winston Ono Lennon.
John Lennon e Yoko Ono in uno storico scatto di Annie Leibovitz
John non avrà mai alcun rimpianto per la fine dei Beatles e fino alla morte ogni sua azione sembra interamente connessa con l’esistenza stessa di Yoko. La foto di Annie Leibovitz per la cover di Rolling Stones del 1980 ci aiuta a capire la profondità del loro rapporto. Nello scatto John Lennon è completamente nudo, accovacciato in posizione fetale al fianco della moglie e intento a baciarla teneramente. Lei, invece, è rigida al suo fianco, vestita di nero e con lo sguardo perso nel vuoto.
Sembra quasi una macabra predizione di quanto sarebbe accaduto di a pochi mesi a John Lennon, ma in realtà rappresenta il completamento di due metà.
Che piaccia o meno, come dicevamo, non si può parlare di John Lennon senza parlare di Yoko Ono.
Art is my life and my life is art
Yoko Ono